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Visual Counseling®
percorsi creativi per l'ecologia interiore


"Colui che contempla deve essere affine a ciò che contempla,
e deve, prima di arrivare a questa visione,
essere trasformato a sua somiglianza.
Mai potrebbe l'occhio vedere il sole
se non fosse diventato esso stesso simile al sole,
e mai può l'anima vedere la Bellezza
se non diventa bella essa stessa".
Plotino

Cos'è il Counseling?


"Il counseling professionale è un'attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione. Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento. E' un intervento professionale che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti teorici. Si rivolge al singolo, alle coppie, alle famiglie, ai gruppi e alle istituzioni. Il counseling può essere erogato in vari ambiti, quali privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale"(definizione di AssoCounseling, Associazione Professionale di Categoria).

Il counseling non è una forma di terapia (medica o psicologica) o di sostegno psicologico ma è un percorso di crescita, di responsabilizzazione, di maturazione durante il quale si è seguiti da un professionista, il counselor, che accompagna alla scoperta di nuove soluzioni. Il counselor non dà consigli, accompagna verso mete e obiettivi stabiliti dal cliente stesso, e aiuta a far sì che ogni persona possa dare il meglio di se stessa: nella vita privata, nella scuola, nel lavoro, nei rapporti di coppia e familiari. 

Ognuno di noi possiede delle potenzialità e delle risorse: il counselor aiuta ad esprimerle.

Il counseling è una professione intellettuale disciplinata ai sensi della Legge 14 gennaio 2013, n. 4 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate).

I MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO

di Arte Rotonda

La Psicosintesi


La Psicosintesi è una corrente psicologica sviluppata dal medico, psichiatra e teosofo Roberto Assagioli che si ispira ai principi della psicologia umanistica, tesa allo sviluppo armonico della personalità, come totalità bio-psico-spirituale, ed a favorire un contatto con i livelli superiori della psiche.

Il counseling psicosintetico è un metodo di lavoro concreto per la crescita e la trasformazione personale, che partendo dalla conoscenza di sé e dall’accettazione di ciò che ognuno è con la propria molteplicità, mira al riconoscimento e alla manifestazione delle proprie potenzialità per portare una sempre maggiore armonia nella propria esistenza e di conseguenza nelle relazioni.

"La Psicosintesi è un metodo di auto-formazione e realizzazione per tutti coloro che non vogliono accettare di restare schiavi dei loro fantasmi interiori e degli influssi esterni, di subire passivamente il gioco delle forze psicologiche che si svolge in loro, ma vogliono diventare padroni del proprio regno interiore…" Roberto Assagioli


Il Counseling Artistico


“II Counseling artistico orienta i criteri, i metodi e i materiali di decodifica propri delle arti verso interventi rivolti allo sviluppo della creatività e alle capacità relazionali della Persona.

I percorsi e i laboratori vengono appositamente studiati per offrire una continuità tra la fruizione visiva dell’arte e la messa in forma dell’atto creativo creando un clima di benessere che possa stimolare processi ristrutturanti e significativi per l’individuo in qualsiasi contesto egli si possa trovare. Il modello d’intervento coniuga le arti visive con la riflessione, la suggestione delle immagini con l’espressione creativa e l’elaborazione discorsiva, l’esperienza individuale con l’espressione artistica di gruppo.
Il principale obiettivo del counseling a mediazione artistica è quello di poter integrare il processo creativo al fine di viverlo come una sostanziale esigenza e tendenza dell’uomo, come fonte d’espressione naturale accessibile e riconvertibile in qualsiasi ambito della vita”. Dott.ssa Stefania Como responsabile del Centro Studi EducArte di Torino, www.centrostudieducarte.it

il Visual Counseling®

 

Il Visual Counseling® è un modello di counseling espressivo-artistico, nato del 2020 con la collaborazione di Alessio Zemoz e ProgettoSkia, volto a favorire l' esplorazione e conoscenza di sé attraverso l'utilizzo delle arti visive; della fotografia come medium privilegiato, del video e della performance come strumenti ausiliari.

"Visivo"dal latino visus vista, che ha virtù o potenza di vedere.

Gli incontri e i percorsi laboratoriali di Visual Counseling® sono pensati e strutturati attorno alle peculiarità del visivo, della percezione e dell'osservazione in Presenza attraverso l'esperienza e l'allenamento di atteggiamenti e di qualità quali: la creatività, l'empatia, l'ascolto attivo, la visione bifocale e l'ecologia interiore.

Il -fare creativamente-, guidato dai procedimenti e dagli strumenti delle arti visive e, insieme, orientato dalle abilità e qualità proprie del counseling, diviene strumento per potenziare la creatività personale, lo sviluppo del pensiero divergente, l'intelligenza emotiva e la sensibilità estetica favorendo lo sviluppo e la crescita personale oltre a processi di confronto e collaborazione tra le persone.

La vista è un cammino. Più di quel che si guarda è importante l’esercizio di guardare”.

 

La fotografia come medium privilegiato

“ Vedo la fotografia come uno strumento
potentissimo di espressione artistica,
di comunicazione, di condivisione,
di conferma e rappresentazione identitaria,
di rimedio, a quel vuoto che ognuno sente dentro e
che deve in qualche modo tentare di riempire,
per dare un senso, a questa vita”.

Anna Pianura

La fotografia è quello strumento che ci offre la possibilità di “scrivere con la luce”, è un allenamento creativo all’osservazione della realtà e del mondo ed è un canale che libera il sentire creando un'esperienza di contatto interno/esterno. Le fotografie sono impronte delle nostre menti, specchi della nostra vita, memorie che possiamo tenere tra le mani. Una fotografia ha sempre qualcosa da raccontare, custodisce sempre in sé una storia poiché ferma un istante, un’emozione, un movimento e lo rende eterno. Inoltre rappresenta un modo per esprimere idee, sentimenti, sensazioni in una forma visivo/simbolica.

La fotografia è la creazione di un mondo interiore reso visibile, è un istante di tempo congelato per sempre. In una fotografia passato e presente sono presenti contemporaneamente, il passato diventa presente, il passato viene riportato in vita, per questo la fotografia contiene in sé un grande potere evocativo: ricordi, emozioni, colori e profumi, presenze e assenze ci vengono restituite. Rappresenta anche il risultato di un momento percettivo in quanto è metafora del modo che la persona ha di percepire il mondo: del suo modo di essere, di relazionarsi e di vedere quello che gli è intorno. Le immagini, infatti, non ritraggono una riproduzione fedele della realtà, in quanto la percezione di quest’ultima è soggetta all’interpretazione dell’osservatore.

Non esiste una realtà universale ed un unico modo di percepirla, la realtà è relativa alla percezione che ognuno ha di essa e il suo significato è strettamente personale, sociale e culturale. Ciò che guardiamo è il rapporto che esiste tra noi e le cose, vediamo solamente ciò che guardiamo e guardare è un atto di scelta.

La fotografia diviene uno strumento per agevolare il passaggio dal vedere al guardare e dal guardare all'osservare, per aprire lo sguardo da noi stessi all’altro, allenando l'intelligenza emotiva e percettivo-sensoriale. Nell'immagine fotografica noi proiettiamo ciò che siamo, i nostri valori, le nostre mappe e i nostri intenti. Sia che guardiamo una foto di altri, sia che ne scattiamo una, a noi stessi, a qualcuno, a qualcosa. La fotografia, perciò, può essere utilizzata per promuovere processi di esplorazione e conoscenza di sé, aiutando a vedere con occhi nuovi paesaggi, oggetti e persone, stimolando e allenando nuovi punti di vista e dimensioni di significato. La “ricerca del proprio sguardo” passando attraverso un profondo ascolto interiore ci conduce a una modalità di guardare più intuitiva, percettiva, creativa e allo stesso tempo ci porta ad ascoltare con maggiore attenzione e presenza la realtà circostante, allenando la capacità di coglierne le sfumature. Nelle pieghe di questo processo, infatti, si può attingere a grandi risorse su stati d'animo, desideri, sulla propria identità e, in contemporanea, dare libero ed ampio spazio alla personale creatività. L'obbiettivo fotografico aiuta a cercare oltre il solito sguardo, a trovare il vuoto nel troppo pieno, a scoprire cosa si nasconde nell'atto di mettere in evidenza, a cogliere anche ciò che non c'è. "La fotografia è un punto di incontro tra spazio, tempo e animaSilvana Sandri.

Il valore dell'attenzione, dell'ascolto attivo e dell'empatia

“ ... lasciar vedere in se stesso ciò che si manifesta" liberandolo dall'occultamento in cui rischiamo di farlo cadere con il nostro pre-giudizio. 

Martin Heidegger 

La percezione è quel complesso processo per mezzo del quale riconosciamo, organizziamo e diamo un senso alle sensazioni che derivano dal mondo esterno; è la nostra capacità di conoscere il mondo attraverso i sensi e di mantenere con esso dei contatti. Vedere è di per se un atto creativo e la percezione è un fenomeno soggettivo, diversa per ogni individuo. La percezione è alla base dell'esperienza artistica; significa prendere consapevolezza di qualcosa, è un processo che porta alla formazione di nuove forme di conoscenza derivanti da dati sensoriali o reali. Un processo psichico che opera la sintesi di dati sensoriali in forme dotate di significato. E' una presa di coscienza nell'ambito dell'esperienza sensibile delle disponibilità dell'intuizione.

Porre l'attenzione su come, cosa e in che modo noi percepiamo la realtà circostante è un aspetto importante per meglio comprendere il nostro modo di guardare noi stessi e il mondo.

Alcune qualità e pratiche ci vengono in aiuto: 

IL SILENZIO, LA PRESENZA E L'ATTENZIONE

Silenzio, Presenza ed Attenzione sono aspetti che se allenati ci permettono, nel tempo, di fare esperienza dell' Osservatore Interno. 

Il silenzio è la porta che permette di entrare in contatto con l'Io sono Interiore, ci induce al raccoglimento permettendo l’ascolto di noi stessi e della nostra essenza. L’ascolto è anche lasciar fluire emozioni, desideri, paure senza soffermarsi, e recepire così in maniera più autentica, senza interferenze, ciò che accade nel qui ed ora. Mantenere una “zona di silenzio” interiore nelle attività quotidiane ci porta a prestare attenzione e riconoscere intuizioni, messaggi, spinte interne che probabilmente perderemmo. Il silenzio favorisce l’osservazione, la percezione del mondo circostante e dell’altro da me.

Essere presenti significa osservare da un punto di vista più alto ciò che accade al nostro corpo, ai nostri pensieri e alle nostre emozioni, senza identificarci con essi. E' Esserci;  essere nel qui ed ora senza pre-giudizi, nella posizione dell'Osservatore interno che dirige e orienta gli elementi della personalità da un centro di amore e volontà.

L'attenzione è fuori dal tempo, silenziosa, non mentalizzabile in quanto l'osservatore non ha nulla da dire su ciò che osserva. L'osservazione non è un'azione, ma è uno stare; -stare ad osservare-. L' attenzione insegna a cogliere l'attimo così com'è; senza valutarlo. Chi vive attentamente si prefigge di sperimentare l'attimo senza preconcetti.

Per Plotino nella contemplazione il soggetto contemplante, raccogliendosi in sé e spogliandosi delle cose esteriori, supera la molteplicità e la stessa dualità tra soggetto e oggetto nella semplicità dell'unione.

"Attenzione significa essere attenti in un modo ben preciso: in modo consapevole, nel presente, evitando di giudicare... ci rende coscienti che la nostra vita è fatta di una successione di attimi. Se non siamo completamente presenti in numerosi di questi attimi non solo ci perdiamo il lato più prezioso della nostra esistenza, ma non individuiamo neppure la ricchezza e la profondità delle nostre possibilità di crescere e cambiare".

Jhon Kabat Zinn

LA VISIONE BIFOCALE, L'ASCOLTO ATTIVO E L'EMPATIA

’Saper ascoltare l’altro ci permette di riconoscere i mille volti della realtà’’.

Carl Rogers

La visone bifocale è una visione allargata, olistica, in cui si osservano sia la luce che l’ombra, sia il limite che le potenzialità. E' la capacità di considerare e contenere due aspetti, due visioni insieme, che coabitano, ma sono distinte. Una visione ampia da cui osservare noi stessi e l'altro.

L'ascolto attivo non è una semplice ricezione di informazioni (ascolto passivo) ma è la capacità di saper ascoltare con un elevato grado di attenzione e partecipazione comunicativa. Si basa sull’empatia e sull’accettazione incondizionata dell’altro, l’attenzione che si presta all’altro ci porta alla presenza: attenzione, presenza e ascolto migliorano la comunicazione interpersonale. Chi ascolta attivamente è attento alla comunicazione e cerca di cogliere il contenuto emozionale e lo stato d'animo di ciò che l’altro dice con empatia e assenza di giudizio.

L’empatia è la capacità di sintonizzarsi, di comprendere e di accogliere gli stati emotivi e il vissuto dell'altro; ciò significa entrare e immergersi temporaneamente nel mondo soggettivo dell'altro attraverso un'identificazione parziale mantenendo quindi la propria individualità. Sospendendo giudizio, pregiudizio e ogni forma di interpretazione, si è in grado di guardare la realtà con occhi limpidi, di coglierne l'unicità rispettandone le differenze. Per poter vedere veramente, dobbiamo volgere verso l’altro, verso un aspetto di noi stessi o della realtà, uno sguardo empatico. 

Natura ed ecologia interiore

" Per me la natura è il luogo con cui ho la vera comunicazione e mi piace questo contatto perché imparo molto anche dalle lucertole".

 Franco Battiato

Arte e Natura hanno entrambe il potere di rivelare l'intimo legame tra le cose, di essere spazio in cui instaurare un dialogo, in cui concedersi la possibilità di "sentire", "vedere" e "ascoltare".

Nel dialogo con la natura possiamo comprendere la profondità della vita; l'immersione nella natura intatta e innocente e, l'esperienza di contatto con essa, hanno il potere di purificare il cuore, di farci ritrovare il nostro equilibrio e rigenerarci. "Lasciandoci condurre per mano dalla natura ci si spoglia di ogni artificio, cadono le nostre difese e si risveglia la spontaneità del nostro essere più vero. La natura è impersonale: con i suoi vasti scenari, i suoi ritmi millenari e con le sue infinite invenzioni, ci trasporta al di là della nostra ristretta cerchia di preoccupazioni. La natura sa incantare, sa insegnare e sa stupirci". tratto da L'Esperienza delle Vette, Piero Ferrucci

La natura ci insegna che la vita è interrelazione, tutto è interrelato con tutto. E' ecologia, una relazione profondamente interconnessa. La sua etimologia, dal greco oikos, "casa" o anche "ambiente", e logos, "discorso", rimanda alla nostra casa comune, la Terra. Comprendere questa unità tra noi, il mondo e la natura e l'unità in noi -tra la nostra psiche e il nostro corpo- ci aiuta a stabilire un dialogo con la nostra natura interiore e a prendere consapevolezza che non siamo esseri separati ma esseri in relazione con il tutto. L'uomo è parte della natura, è parte integrante dell'ambiente e non è possibile una sana relazione con la nostra casa esterna se quella interiore non è rispettata. L'ecologia interiore si riferisce alla capacità di trovare la propria misura, la propria armonia e il proprio ritmo; è un graduale apprendistato dell'arte di vivere, della padronanza sul nostro organismo psicofisico, una spinta alla trasformazione e alla sintesi degli elementi della nostra personalità. E' imparare ad abitare se stessi per abitare la terra, sviluppando una coscienza etica.

" Un essere umano è parte di quel tutto che chiamiamo universo, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Vive se stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una specie di illusione ottica della sua coscienza. Questa illusione è una prigione per noi che ci restringe ai nostri desideri personali e all'affetto verso poche persone vicine a noi.

Il nostro compito dev'essere quello di liberarci da questa prigione allargando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutti gli esseri viventi e tutta la natura.

Albert Einstein

Intelligenza emotiva e sensibilità estetica

" L’esperienza estetica pura (rasah)… è conosciuta intuitivamente, in un’estasi intellettuale non accompagnata da ideazione, al più alto livello dell’essere cosciente; gemella della visione di Dio, la sua vita è come un lampo di luce abbagliante di origine trascendente, impossibile da analizzare, eppure nell’immagine del nostro essere".

Sathya Darpana

L'intelligenza emotiva è un tipo di intelligenza che valorizza l'esperienza del vivere; è la capacità di sentire, di commuoversi, di "capire con il cuore".

Ogni genuina esperienza del bello incomincia con la fiducia nel proprio sentire e un contatto intimo con la propria sensibilità unite alla capacità e alla disposizione ad entrare in contatto con altri esseri e identificarsi con loro. L'esperienza estetica conduce spontaneamente a “perdere la mente” ovvero a disfarsi delle proprie categorie concettuali e allo “sciogliersi del cuore” attraverso la trascendenza di sé ed il dissolvimento delle strutture che imprigionano la coscienza per poter essere Presenti più che mai.  E' vera, spontanea, mai mediata da giudizi costruiti, dalla tradizione, dalla logica, dalle pressioni sociali, dagli stereotipi. Aiuta ad essere se stessi, alla ricerca della genuinità e della trasparenza più completa, a raggiungere quella terra di nessuno dove tutto è nuovo e sconosciuto, perché solo lì il bello può apparire con tutta la sua forza. Aiuta a ritrovare l’innocenza dello sguardo bambino, ricercando la percezione pura di ciò che è.

Siediti di fronte ai fatti come un bambino piccolo,

sii preparato ad abbandonare ogni nozione preconcetta,

segui umilmente la natura in qualunque abisso possa portarti,

o altrimenti non imparerai nulla”.

Thomas Henry Huxley

Facendo esperienza della propria sensibilità estetica e allenando lo sguardo attraverso l’osservazione il nostro organismo diviene uno strumento finemente sintonizzato capace di misurare le variazioni più sottili, di percepire meglio i colori, le linee, di cogliere sentimenti e sensazioni celati. * di Piero Ferrucci

L’arte in azione

L'arte è la liberazione del potenziale umano racchiuso in ogni individuo”.


Le funzioni dell’arte

Nel mondo moderno all’arte viene attribuito un ruolo fondamentale che la avvicina al senso della vita; l’arte apre nuovi orizzonti, ha la capacità di darci sollievo, ci consola, ci fa uscire dalle nostre limitatezze, estende le nostre capacità percettive e compensa alcune nostre fragilità interiori. L’arte trova il proprio scopo e valore come strumento che accorre in nostro aiuto fungendo da:
- correttivo per una memoria insufficiente: l’arte rende indimenticabili e rinnovabili i frutti dell’esperienza, permette di ricordare le cose preziose e le nostre migliori intuizioni rendendole accessibili a tutti; l’arte è depositaria delle nostre vittorie collettive.

- portatrice di speranza: l’arte non perde di vista le cose piacevoli e confortanti quando siamo troppo sensibili agli aspetti negativi dell’esperienza e ci pare insensato perseguire certi nostri obiettivi. Mezzo per esprimere la dignità del dolore: l’arte ci ricorda il legittimo ruolo del dolore in una vita piena, affinché le difficoltà ci spaventino meno e siano riconosciute come aspetti di un’esistenza virtuosa.
- fonte di equilibrio: l’arte codifica con insolita chiarezza l’essenza delle nostre virtù e ce le mostra, con una varietà di mezzi, per aiutarci a riequilibrare la nostra natura e indirizzarci verso le nostre migliori potenzialità quando non sappiamo affidarci alle nostre migliori intuizioni perché non riusciamo a esprimerle in modo convincente.
- guida alla conoscenza di sé: l’arte può aiutarci a individuare elementi per noi cruciali ma difficili da esprimere a parole. Il linguaggio non verbale favorisce l'espressione di emozioni, vissuti, esperienze e pensieri. 
- guida all’ampliamento dell’esperienza: l’arte è il complesso e sofisticato accumularsi delle esperienze altrui, che ci vengono presentate in forme ben fatte e finite. Dandoci esempi eloquenti della voce di altre culture, l’arte amplia l’immagine che abbiamo di noi e del mondo. Molte opere che a prima vista potrebbero sembrarci estranee, racchiudono concetti e atteggiamenti che possiamo fare nostri e che possono arricchirci.
- strumento di ri-sensibilizzazione: l’arte ci spoglia della corazza e ci salva dall’indifferenza sgarbata che riserviamo a ciò che ci sta intorno. Recuperando la sensibilità guardiamo le stesse cose con occhi nuovi.
Quindi possiamo considerare l’arte non solo come oggetto di apprezzamento estetico -cosa che può rischiare di farci essere fruitori passivi di fronte all’opera- ma anche un potente strumento per migliorare la nostra vita.

* tratto da L'Arte come terapia, De Botton Alain- Armstrong John

La trasformazione per mezzo dell’arte

Nell'atto di creazione di ciascun individuo l'arte nutre l'anima, coinvolge le emozioni e libera lo spirito, e questo può incoraggiare le persone a fare qualcosa semplicemente perché vogliono farlo. L'arte può motivare tantissimo, poiché ci si riappropria, materialmente e simbolicamente, del diritto naturale di produrre un'impronta che nessun altro potrebbe lasciare ed attraverso la quale esprimiamo la scintilla individuale della nostra umanità".

Bernie Warre


Attraverso l’arte (dal latino ars, modo di fare o modo di essere) e attraverso l’espressione creativa possiamo aiutare noi stessi e l’altro a ritrovare la volontà di esprimersi.

L’ arte nel counseling pone la sua attenzione sul processo creativo, che è un processo dinamico, e non sul prodotto artistico in quanto l’importante è esprimersi, creare ed entrare nel processo creativo. L’atto di produrre creativamente permette all’individuo di entrare in contatto con le parti più intime e celate di sé, di contattare ed esprimere le emozioni più nascoste, talora inaspettate, e di sperimentare e rinforzare abilità spesso ignorate o inutilizzate. Il processo creativo, al di là del risultato finale, è già trasformativo in sé: l’arte ci rende sensibili e ci pone in ascolto di noi stessi. I prodotti artistici svolgono altre importanti funzioni: sono per colui che ha creato una traccia di sé, la testimonianza della propria auto-affermazione e il ricordo delle esperienze vissute durante la sua produzione. L’opera  realizzata è una rappresentazione simbolica del mondo interno del cliente che ci consente di accedervi per una maggior comprensione. Quando una persona è immersa in un’attività creativa riceve una serie di input sia a livello fisico che intellettuale ed emozionale che portano a cambiamenti organici e interiori che aiutano i processi di trasformazione e consapevolizzazione. All’attività artistica si unisce la guida del counselor artistico che deve saper utilizzare e conoscere al meglio gli strumenti, i metodi e materiali delle arti adattandoli alle persone e alle situazioni. “E' fondamentale mettere in comunicazione parole ed immagini, cosicché il cliente veda ciò che produce come qualcosa di profondamente suo, d’interiore, che lo aiuta ad entrare in relazione con l’esterno, come una finestra sul mondo”19. Fare arte ci riporta al gioco, al nostro essere bambini. Come nel gioco infantile, vi è un forte coinvolgimento verso ciò che si sta vivendo; si vuole sperimentare ed entrare in confidenza con tutte le ipotesi che il processo creativo fa emergere, divertendoci, dimenticandoci della fatica e dell’ansia da prestazione. Fare arte coinvolge l’individuo nella sua totalità mente-corpo. L’attività creativa infatti richiede un impegno intellettivo e cognitivo legato all’immaginazione e all’ideazione del prodotto artistico, ma anche un impegno sensoriale. L’arte nel counseling ha lo scopo di mettere in comunicazione soma e psiche, mente e corpo, in modo più fluido ed equilibrato. Impegnarsi in un’attività creativa promuove l’attivazione dell’emisfero destro del cervello, che presiede appunto alla fantasia, all’intuizione, alla comunicazione non verbale, al pensiero analogico (o fase divergente), spesso ritenuto meno importante di quello logico-razionale dell’emisfero sinistro del cervello. Come abbiamo bisogno di due gambe per poter camminare correttamente, allo stesso modo abbiamo bisogno di tutte e due le attività degli emisferi del cervello per essere integrati. L’attività creativa si avvale del linguaggio dei simboli. L’espressione artistica è una rappresentazione simbolica del nostro mondo interiore e delle modalità che usiamo nel rapportarci alla realtà. L’arte nel counseling permette di esprimere emozioni e sentimenti di cui è difficile parlare; di riconoscere ed affrontare conflitti e blocchi emozionali; di migliorare il rapporto con il proprio corpo; di aumentare l’autoconsapevolezza e l’autoaffermazione; di migliorare l’autostima e la percezione delle proprie competenze; di adottare nuove strategie comportamentali e migliorare le capacità comunicative e relazionali. Il counseling artistico si avvale del linguaggio universale dell’arte per facilitare l’espressione e per stimolare l’attivazione del potenziale creativo, con il presupposto che la Bellezza, unita al coraggio di guardare oltre il visibile, costituiscano il cibo più prezioso dell’Anima.

19 Arti Terapie e Counseling Espressivo, E.Giusti-I.Piombo

C'è una tendenza a pensare che essere creativi significhi produrre qualcosa.
Ma la creatività basilare dell'essere umano consiste nel suo operare verso il suo
proprio pieno sviluppo, realizzando le sue potenzialità, consentendo a se stesso di
crescere...ciò che creiamo per prima cosa è noi stessi:

è da noi stessi che scaturisce il produrre”.
Mary Stark Whitehouse

Le abilità del counselor

"Compito del counselor è quello di assistere il cliente

nella ricerca del suo vero sé e poi di aiutarlo a trovare

il coraggio di essere quel sé."

Rollo May

Il counseling è un tipo di relazione d’aiuto che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità di chi sta attraversando un momento di difficoltà e sente la necessità di chiarire alcuni aspetti di sé - anche in rapporto all’ambiente che lo circonda - promuovendo atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le sue capacità di scelta. Il counselor ha la capacità di creare lo spazio in cui può instaurarsi una relazione umana autentica: è quella figura professionale che accompagna il cliente nel suo percorso di crescita, di consapevolezza e di integrazione della propria personalità. Lo scopo del counselor è quello di cooperare e intensificare la tendenza interiore dell’individuo portando le sue potenzialità più alte a manifestarsi; è “essere di guida ai viaggiatori della vita, perché trovino strade e direzioni proprie”. Ogni cliente è un universo unico e particolare che merita rispetto, fiducia e deve essere percepito nella sua particolarità e unicità. Elementi peculiari all’interno di uno spazio di counseling sono: la presenza, l’empatia, l’ascolto attivo, l’amorevolezza, l’accettazione, l’accoglienza, il non giudizio e lo stare nel ‘qui e ora’. Queste sono qualità che il counselor, per poterle trasmettere al cliente, deve aver prima di tutto sviluppato e sperimentato attraverso un lavoro su di sé, tenendo sempre presente che il processo di crescita è un processo che dura tutta la vita. Il counselor deve anche sviluppare quello che Adler definisce il -coraggio dell’imperfezione-, ovvero la capacità di sbagliare. Imparare a godere del processo stesso della vita e provare piacere per tutti i passi con cui ci si avvicina alla meta. Il counselor deve avere una visone bifocale -quella che vede sia la luce che l’ombra-, sia la personalità che la potenzialità della persona mantenendo una visione olistica ed allargata. L'empatia è l’elemento che permette al counselor di entrare in contatto con le emozioni ed il vissuto del cliente con “com-passione” e “com-partecipazione” vivendolo e sentendolo sulla propria pelle; è un aspetto necessario affinché il cliente possa sentirsi accettato e benvoluto, e di conseguenza sviluppi una sempre più crescente fiducia nel counselor e in se stesso, fiducia senza la quale non sarà possibile un totale abbandono e una comprensione di sé. Il counselor crede che sia il cliente a definire il suo processo di crescita e la sua guarigione, per questo esprime una grande fiducia nelle risorse dell’essere umano evidenziando i punti di forza del cliente e favorendone l’autostima. Il counselor non interviene dando consigli e non si sostituisce mai alla persona che aiuta, ma gli rimanda sempre la responsabilità di prendere le proprie decisioni, pur comprendendolo empaticamente attraverso un ascolto attivo. Tendendo alla realizzazione delle potenzialità del cliente, deve venire dal di dentro l’autentica riscoperta di scopi e significati, piuttosto che dall’autorità esterna “lasciandoli al loro destino, gli consentiamo di prendersi piena responsabilità di loro stessi”. Uno dei compiti principali del counselor è quello di aiutare il cliente ad aiutarsi, perciò lo accompagnerà mettendo in luce i suoi punti di valore rinforzando ciò che ritiene significativo e credendo fortemente in quelle che percepisce come le sue proprie potenzialità. Uno degli scopi principali del counseling è il raggiungimento da parte del cliente di un allargamento della visione, requisito necessario per la comprensione e il successivo riequilibramento della personalità. All'interno del processo di counseling deve esserci, oltre al principio amore utile in una prima fase del lavoro, anche un principio di direzione al lavoro che permette di stabilire le tappe e le mete verso cui dirigersi. La meta finale cui il counseling aspira è la piena presa di responsabilità da parte del cliente della propria vita in quanto solo così potrà proseguire autonomamente nel suo percorso.

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